Avere le competenze giuste per essere competitivi nel mercato del lavoro è l’obiettivo di tutti, soprattutto di noi neolaureati che veniamo catapultati in un mondo completamente diverso da quello che ci viene presentato a scuola e in università.
TROVARE LAVORO DOPO L’UNIVERSITA’
Perché è così difficile trovare un lavoro dopo l’università?
Anche se le aziende fanno fatica a trovare dipendenti, le nozioni che impari all’università non servono poi nella realtà.
Esistono delle facoltà con cui è più facile trovare lavoro?
Posso trovare lavoro anche se ho la laurea in scienze delle merendine? (Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale)
Come iniziare a lavorare dopo la laurea?
Sono solo alcune delle domande che mi sono posto ancora prima di iscrivermi alla triennale.
Sembra assurdo: i laureati hanno difficoltà a trovare lavoro, eppure i datori di lavoro hanno difficoltà a trovare lavoratori. Perché laureati e aziende si cercano, ma non si trovano?
La verità è che l’università non ci fa studiare le cose giuste, le aziende cercano persone con esperienza o stagisti da sfruttare, la situazione è precaria per tutti.
E’ di pochi giorni fa l’articolo pubblicato dal Sole 24 Ore che ha riportato lo studio “New Skills at Work” condotto da JpMorgan e Bocconi, secondo cui il nostro Paese è il terzo al mondo con il più alto disallineamento tra le discipline di studio scelte dai giovani e le esigenze del mercato del lavoro.
Si chiama “skill mismatch” ed è una delle maledizioni italiane.
Andare all’università e laurearsi una volta era sufficiente per trovare un lavoro e garantirsi una carriera di successo.
Oggi la laurea non da nessuna garanzia, anche se continua ad essere fondamentale per molti ambiti come la medicina e l’ingegneria.
Il fatto che si conosca una materia o una disciplina è una condizione necessaria ma non sufficiente, che non da più alcun vantaggio competitivo.
PER TROVARE LAVORO SERVE DAVVERO UNA LAUREA?
La prima cosa da tenere in considerazione è che tutte le persone che in questo momento sono alla ricerca di un lavoro, o che semplicemente stanno iniziando a pensare alla loro carriera, è che la laurea è diventata una commodity.
Cosa significa?
Una commodity è un bene indifferenziato: oro, argento, grano etc. sono tutti esempi di commodities.
Diventare ingegnere, dottore, medico è una commodity perché ti identifichi con una categoria, col presupposto, sbagliato, che chiunque sia all’interno di quella categoria sia più o meno uguale.
Prima bastava avere una laurea per trovare lavoro, ma oggi non è più così.
Il primo errore infatti è pensare che per il semplice fatto che sei laureato qualcuno debba assumerti.
La dura verità è che oggi la laurea è diventata una commodity.
Ci sono altre mille persone che hanno studiato gli stessi libri e gli stessi esami che hai dato tu, e la domanda di lavoro delle imprese non riesce a soddisfare tutti.
Quindi la domanda fondamentale è: come fare per non essere una commodity?
Se vuoi trovare uno sbocco lavorativo, devi essere in grado di tirarti fuori dalla commodity.
Se non hai frequentato altri corsi di formazione o se non hai esperienze di stage/tirocini, diventi semplicemente uno dei tanti.
Quindi, perché un’azienda dovrebbe assumere proprio te invece di qualcun altro?
Se non sai come rispondere a questa domanda, abbiamo un problema.
Il mondo è di chi possiede conoscenza specifica che produce risultati.
Bisogna studiare, di continuo. Ma cose specifiche.
Il problema che hanno tutti i neo-laureati è che essenzialmente hanno studiato dei contenuti che sono già obsoleti, e non hanno la minima idea di quali sono le competenze chiave da sviluppare.
Se un tempo bastava la laurea per aprire il proprio studio, che si parli di un dentista, di un avvocato, di un commercialista, oggi non è più così.
- Il mercato del lavoro è cambiato
- La laurea non è più un vantaggio competitivo
- I lavori e le professioni sono in continua evoluzione
I neo-laureati italiani sopravvalutano il valore dei loro studi e sottovalutano altre competenze e skills fondamentali per essere competitivi.
Per apprendere le competenze professionali utili e di successo però c’è bisogno di tempo, impegno e volontà che vanno oltre gli sforzi fatti per laurearsi.
Oltre le conoscenze accademiche c’è un mondo di skills e di competenze che ognuno di noi dovrebbe apprendere e sviluppare il prima possibile.
Scopriamo quali sono le caratteristiche e le skills necessarie per trovare lavoro nel 2019 e avere successo con il proprio lavoro.
LE SKILLS PIU’ RICHIESTE DEL 2019: QUALI SONO?
Prima di procedere con quelle che sono le 10 skills più importanti per trovare lavoro va fatta una premessa.
Quello che è importante OGGI è diverso da quello che era importante 10 anni fa e potrebbe essere diverso da quello che sarà importante tra 10 anni.
Viviamo nel periodo considerato come “la quarta rivoluzione industriale” in cui si ha un notevole miglioramento delle tecnologie e dell’innovazione, e quindi un nuovo modo di lavorare completamente diverso rispetto al passato.
I lavori più richiesti oggi 10 anni fa non esistevano neanche, e tra 10 anni spariranno molti dei lavori più diffusi.
L’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie si sviluppano sempre più velocemente, e stanno già trasformando il nostro stile di vita.
Se cambieranno i lavori richiesti, ci saranno delle skills e competenze necessarie per tenere il passo e restare allineati/competitivi.
L’unica cosa sicura è che per tenere il passo di tutte queste innovazioni, bisognerà apprendere e sviluppare nuove competenze.
LE DIECI SKILLS DA SVILUPPARE
Per entrare nel vivo di questo articolo e dei motivi per cui ho deciso di scriverlo, voglio condividere con te una serie di informazioni davvero importanti.
Leggendo alcune parti di un recente rapporto del World Economic Forum dal titolo «The Future of Jobs» – relative alle competenze da possedere per affrontare la quarta rivoluzione industriale – ho scoperto molte affinità con il mio percorso formativo. Nel rapporto si evidenzia il significato di questi cambiamenti non solo per chi vuole trovare un lavoro, ma anche per chiunque voglia dare più consistenza alla propria carriera professionale.
Ho raccolto quelle che secondo me sono le 10 competenze “vincenti” per avere successo e possiamo dividerle in:
- Competenze tecniche
- Competenze professionali
- Competenze “comportamentali”
#10. Copywriting
Il copywriting è l’abilità di scrivere per vendere ed è importante perché puoi studiare tutto quello che vuoi, ma se non sai comunicarlo in maniera efficace, persuasiva, manipolatoria, non riuscirai a vendere te stesso e/o il tuo prodotto. Fondamentale anche nella fase di ricerca di lavoro perché ti consente di differenziarti da tutte quelle persone che si affidano al tradizionale CV Europass e che ti consentirà di rendere ben chiaro perché devono scegliere te al posto di qualcun altro.
#9. Web Development
L’abilità di realizzare un sito web,
una campagna pubblicitaria, un logo, immagine ecc.
Per me è direttamente collegato al copywriting perché ti da la possibilità di
mettere in vetrina e di esporre quello che vuoi comunicare scrivendo.
#8. Marketing e Vendite
Puoi essere il migliore del mondo, ma se non sai vendere te stesso non riuscirai ad andare lontano. Al contrario, anche se non è molto corretto, se sei in grado di vendere te stesso o il tuo prodotto / servizio potrai ottenere risultati importanti anche al di sopra del tuo valore. Se non sai da dove iniziare, ti consiglio i materiali di Frank Merenda.
#7 Capacità di giudizio e di prendere decisioni
Vivere da solo dopo i 20 anni dovrebbe essere obbligatorio e scontato, ma in Italia abbiamo uno dei dati più alti di “mammoni”, con il 66% di giovani tra i 18 ed i 34 anni che vivono ancora a casa dai genitori.
Vivere da solo ti insegna ad
organizzarti, a gestire le finanze, a fare la spesa, pulire, convivere e tanto
altro.
Cosa c’entra col mondo del lavoro? Ti fa crescere come persona, ti forma e ti
da la spinta in più per sopravvivere. Sapere di tornare a casa la sera ed avere
un piatto pronto, il letto preparato e la play per giocare sicuramente ti fa
adagiare e rilassare. Sapere di tornare a casa e fare la spesa, cucinare ti da
molte più responsabilità.
#6. Intelligenza emotiva
L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie emozioni e quelle degli altri. Di fatto lo sviluppo della propria Intelligenza Emotiva può fare davvero la differenza in qualunque ambito professionale.
Grazie ad alcuni studiosi, primo tra tutti Daniel Goleman, oggi conosciamo i meccanismi che regolano le nostre emozioni e proprio per questo siamo potenzialmente in grado di governarli.
Oggi sappiamo di essere noi i responsabili del nostro stato emotivo, abbiamo il potere di gestire le nostre emozioni e possiamo uscire da stati “emozionali negativi” nel momento in cui diventano un ostacolo.
L’intelligenza emotiva è dunque la capacità di sapere come funzionano le nostre emozioni, di riconoscerle e di gestirle per evitare che prendano il sopravvento. Le persone emotivamente intelligenti saranno inoltre capaci di riconoscere le emozioni altrui e di creare con loro relazioni positive. In Italia uno dei massimi esperti di Intelligenza Emotiva è Roberto Re.
#5. Capacità di creare un team
C’è un vecchio proverbio africano che dice “Se vuoi andare veloce, corri da solo. Se vuoi andare lontano, corri in compagnia.”
Questa è la metafora più facile per spiegare perché è importante creare un team e lavorare in squadra.
Si possono certamente ottenere ottimi risultati lavorando da soli, ma è soltanto quando ci circondiamo di persone costruttive, motivate e piene di energia positiva che si ottengono i risultati migliori.
#4. Finanze
Gestire il denaro non è facile, specialmente quando a scuola non lo insegnano.
Saper gestire il denaro è una vera e proprio disciplina e come tale si può insegnare e si può apprendere.
Purtroppo, né la scuola, né le facoltà di economia forniscono una formazione adeguata a questo obiettivo, essendo caratterizzate da uno spirito conservativo e non innovativo.
Bisogna quindi cambiare rotta, porsi obiettivi diversi da quelli indicati dalla formazione classica e cambiare mentalità. Trovi risorse gratuite e libri molto interessanti su questo argomento sul sito di Alfio Bardolla.
#3. Marketing
Il marketing è la capacità di riuscire a promuovere un prodotto o servizio, spingendo un potenziale cliente a comprare da te, piuttosto che da qualcun altro e/o piuttosto che non fare nulla.
#2. Inglese
Anche se è scontato ho voluto comunque inserirlo. Viviamo in un mercato globale e bisogna fare i conti anche con un ragazzo indiano che viene pagato 5$ l’ora dall’altra parte del mondo per fare il tuo stesso lavoro.
Conoscere l’inglese quindi è fondamentale anche se vivi e lavori in Italia.
#1. Resilienza
Sviluppare la capacità di adattarsi ad ogni situazione e cercare di viverla al meglio è fondamentale.
Quindi, come fare per avere successo?
La mentalità comune è che dopo 8h di lavoro o studio bisogna concedersi un aperitivo, fare la partita di calcetto, andare a ballare, giocare alla play…
La dura verità è che le 8 ore sono un part-time, rappresentano il minimo, e se vuoi fare la differenza devi utilizzare al meglio il tempo che resta.
Spesso mi dicono “sei fortunato, hai un bel lavoro”.
E questo mi fa arrabbiare parecchio.
Quella che gli altri chiamano “fortuna” per me rappresenta la “ricompensa” ad anni pieni di sacrifici e sforzi.
Ho lavorato mentre i miei amici giocavano alla play.
Ho studiato di sera, durante i weekend e le feste mentre gli altri andavano in discoteca.
Ho risparmiato per andare a seguire corsi di formazione mentre gli altri prenotavano le vacanze
Mentre gli altri si lamentano di quanto sia faticoso affrontare la sessione, io lavoravo 12 ore al giorno e preparavo gli esami in pausa pranzo.
Sono un genio? Assolutamente no.
Ma credo che con il lavoro duro, l’impegno e la determinazione si può ottenere qualsiasi risultato.
E’ finita qui? No perché ora sto continuando a lavorare 8 ore e nel “tempo libero” scrivo su questo blog e porto avanti altri lavori da freelance.