10 errori SEO da evitare nella pianificazione delle vostre parole chiave

Articolo a cura di Max De Rosso, specialista SEO ilmioposizionamento.it, sui 10 errori SEO da evitare.

Come non commettere certi errori nella vostra ricerca

All’inizio sembra quasi troppo facile. E lo sembra davvero. Trovate uno strumento per le parole chiave e digitate qualsiasi termine di ricerca che vi viene in mente.

“Et voilà”! Come per magia, scoprite quante persone stanno effettivamente cercando la parola chiave da voi usata, oltre ad un’intera serie di altre statistiche utili, come il costo medio per click della stessa parola chiave, i vostri competitors, l’offerta suggerita e altri dati, a seconda dello strumento dedicato che state utilizzando.


Tuttavia, prima di essere troppo precipitosi nello scegliere una parola chiave come vostro target, sappiate che nella pianificazione delle parole chiave c’è molto di più di quello che si crede.

Ci sono parecchie “nuances” di fattori che potreste non aver considerato che possono cambiare completamente la vostra strategia di ricerca. Per essere sicuri di iniziare con il piede giusto, eccovi di seguito dieci errori da evitare.

10 errori seo da evitare

1. Non rendersi conto che Google Keywords Planner può fornire dei risultati più accurati

Iniziamo con uno degli errori più banali: affidarsi ad uno strumento non appropriato. Il primo strumento di pianificazione di parole chiave che probabilmente inizierete a usare sarà Google Keywords Planner.

Questo è lo strumento dedicato appartenente alla famiglia Google dopo tutto, quindi sarebbe logico pensare che sia una delle opzioni più affidabili.


Se create rapidamente un account su Google ADS (in modo da poter accedere al Keywords Planner) e digitate “content marketing vedrete che la colonna della media delle ricerche mensili (Avg. monthly searches)” mostra un intervallo che va dalle 10 K (dieci mila) – alle 100 K (cento mila) unità.

E risulta essere di una portata piuttosto ampia, non trovate?

Potete ottenere una stima più precisa se avete una campagna Ads in corso. Una volta impostata, dovrete attendere un giorno o due e inizierete per avere risultati più precisi.


Molto meglio, sicuramente.

All’inizio è normale non voler spendere molto per una campagna AdWords – dopo tutto, non sapete ancora quali parole chiave rappresenteranno il vostro target.

Per risparmiare, potrete impostare un budget giornaliero basso e impostate i filtri in modo che il vostro annuncio venga visualizzato solo poche volte al giorno.

Sarà necessario avere anche le impressions relative ai vostri annunci, altrimenti sarà difficile accedere a statistiche più accurate sulle parole chiave.

2. Non distinguere singolare dal plurale

Google Keyword Planner raggruppa parole chiave plurali e singolari insieme. Se inserite i termini “pannello animato” o “pannelli animati” nel planner, entrambi produrranno risultati per quella che sembra essere la forma singolare della parola chiave.


Anche se pensate che i risultati di Google siano esattamente gli stessi sia per la forma singolare che per quella plurale della parola chiave, ebbene non lo sono!

Provate a voi stessi.

Molto probabilmente vedrete risultati simili, ma leggermente diversi per qualsiasi parola chiave state cercando.


Google non offre più la possibilità di rendersi conto se è più popolare la forma singolare o quella plurale di una parola chiave.

La buona notizia è che ci sono dei programmi che risolvono questa problematica.

Sia i keyword planner di SEMrush che quelli di Moz sono alternative valide che offrono l’analisi dettagliata di questi dati.

3. Ignorare i trend di ricerca

È facile focalizzarsi sul totale del volume di ricerca medio mensile e ignorare ogni potenziale variazione dello stesso volume (mensile) avvenuta nell’ultimo anno.


Ad essere onesti, il più delle volte i numeri riguardanti il volume rimangono piuttosto costanti di mese in mese, ma è sempre meglio fare le cose nel modo più giusto e quindi dare un’occhiata.

Molti strumenti di analisi delle parole chiave hanno già queste informazioni disponibili su un grafico, sarà dunque utile tenerne conto.

Alcune keywords potrebbero aumentare gradualmente il volume di ricerca, mentre altre potrebbero diminuirlo gradualmente. Tenere conto dei trend di crescita potrebbe essere utile per decidere su cosa concentrarsi.

Il volume di alcune parole chiave può anche mostrare una certa stagionalità, risultando quindi più popolare in una stagione rispetto che in un’altra.

4. Non tener conto dei tipi di corrispondenza tra parole chiave e della loro location

Chi ha l’occhio allenato avrà notato l’enorme discrepanza di volume ottenuta per la keyword “pannello animato” tra i diversi tool per parole chiave citati negli esempi precedenti.


Google mostra 12.000 ricerche al mese mentre SEMrush mostra 2.550 ricerche al mese se includiamo versioni sia singolari che plurali della parola chiave.

Cosa significa?


Ci sono due fattori principali che creano questa discrepanza.

Il primo è il tipo di corrispondenza.

Vi suggeriamo di approfondire ogni tipo di corrispondenza leggendo la pagina di supporto di Google.

Google Keyword Planner utilizza di default un tipo di corrispondenza generica mentre SEMrush utilizza la corrispondenza tra frasi.

L’altro fattore è la posizione.

Per impostazione predefinita, Google include ricerche provenienti da tutto il mondo, mentre SEMrush include di default solo quelle all’interno degli Stati Uniti.

Dopo aver tenuto conto di entrambe le differenze, otterrete risultati di volume più allineati tra loro.

La soluzione corretta è contestualizzare i risultati e fare attenzione quando si fanno ipotesi sui dati delle parole chiave prima di procedere con la creazione di contenuti.

5. Sottovalutare le parole chiave a coda lunga

Le parole chiave a coda lunga sono frasi di ricerca più specifiche che di solito ricevono meno traffico, ma hanno un tasso di conversione più elevato. Ad esempio, ResumeGo non ha come target parole chiave generiche come “curriculum” o “CV”. Invece, ricercherà parole chiave a coda lunga come “servizi di scrittura curriculum professionale”.


Otterremmo facilmente più traffico se fossimo ottimizzati per la parola “curriculum”. La maggior parte delle persone che la digita nella barra di ricerca quella parola, non sta probabilmente cercando di acquistare un servizio di scrittura di curriculum.

Al contrario potrebbero essere più interessati, all’apprendimento di suggerimenti per scrivere CV o alla ricerca di modelli da utilizzare. Dall’altra parte invece, le persone che cercano la keyword a coda lunga per cui ci siamo ottimizzati sarebbero quasi sicuramente interessate ai nostri servizi di scrittura di curriculum.

Diversamente non avrebbero cercato quelle specifiche parole chiave.


È facile sottovalutare le parole chiave a coda lunga a causa dei loro volumi di ricerca più bassi. Tuttavia, visto che le parole chiave a coda lunga rappresentano quasi il 70% delle ricerche totali, sarà utile tenerne conto!

6. Non riuscire a capire che essere nella seconda pagina non significa niente

Pensate alla frequenza con cui vi capita di visitate la seconda pagina dei risultati di ricerca di Google. Potreste anche avere difficoltà a ricordare l’ultima volta che l’avete fatto.


Se avete come target una parola chiave, assicuratevi di puntare alla prima pagina, perché secondo studi come quello di Chitika, la prima pagina ottiene collettivamente il 91,5% del traffico di una parola chiave. La seconda pagina ottiene solo il 4,8%.

7. Non fare abbastanza ricerche

Alcuni strumenti per le parole chiave forniscono dati che mostrano quanto sia difficile classificare una keyword. Ad esempio, Mozilla Keyword Explorer ha una statistica di difficoltà e opportunità.


Questo elemento può sembrare molto utile, e forse lo è in una certa misura, ma è importante prendere in considerazione questi dati con cautela. Un modo più approfondito di studiare la vostra concorrenza è usare MozBar. Questo tool vi consente di individuare i backlink dei vostri potenziali concorrenti ed esaminare anche altre metriche. Con questi dati potrete poi decidere se vale la pena provare a competere in quel settore specifico o dirigervi su altri.

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8. Giudicare la difficoltà esclusivamente sulla base dell’autorità della pagina e dei collegamenti

Molte persone usano MozBar, o tools simili, per valutare la difficoltà delle parole chiave guardando le page authorities (PA) in competizione. Potreste essere tentati di concludere che se la prima pagina della parola chiave “infografica” è disseminata di risultati 70-80 PA, sarebbe molto più difficile posizionarsi con quella parola chiave rispetto che usarne una come “saggistica”, per la quale la prima pagina potrebbe avere risultati con solo 50-60 PA.


Giungere a questa conclusione può essere fuorviante. E’ ovvio che per alcune parole chiave è più difficile costruire dei link di ritorno (backlink) rispetto ad altre.

Ad esempio, qualcuno potrebbe pianificare una strategia in cui si impegna per la creazione di infografiche gratuite per siti o blog ad alto trust e, in cambio, venire ricompensato con molti backlink, attraverso l’anchor text “infografica”.

Questa potrebbe essere una strategia ben pensata e che potrebbe farvi ottenere molti collegamenti velocemente. Tuttavia, questa stessa strategia non può essere applicata per una parola chiave come “saggistica”.


Quindi nonostante a volte una keyword abbia competitors con alto PA, potrebbe essere comunque facile ottenere un buon posizionamento attraverso di lei. Molto dipende delle strategie SEO che avete in mente per quella particolare parola chiave.

9. Non identificare il vostro obiettivo

Quando si parla di difficoltà delle parole chiave, a cosa ci si riferisce esattamente? A quanto sia difficile comparire in prima pagina? A quanto è difficile essere presenti tra i primi tre risultati? O a quanto è difficile raggiungere il tanto agognato primo posto?


Per alcune keywords, potrebbe essere abbastanza ragionevole ottenere la prima pagina, ma quasi impossibile battere i primi tre risultati. Questo è il motivo per cui è così importante stabilire chiaramente quali sono i vostri obiettivi SEO per ogni parola chiave e quindi valutare la difficoltà nel raggiungere tali specifici obiettivi. Per alcune parole chiave difficili, potreste generare un buon flusso di entrate semplicemente posizionandovi al quarto o quinto posto nei risultati di ricerca.


D’altra parte, per altre parole chiave – magari quelle a coda lunga che hanno un minor volume – solo essere al primo posto convoglierebbe abbastanza visitatori per giustificare il costo economico (e non solo) della vostra strategia SEO.

10. Non rendersi conto che anche i vostri concorrenti stanno ottenendo nuovi link

È davvero naturale guardare le PA e i collegamenti di un competitor e pensare di poterlo battere in pochi mesi. È positivo avere un buon livello di fiducia nelle vostre capacità, ma non dimenticate che anche i vostri competitors non rimarranno fermi. Essi cercheranno di costruire continuamente nuovi collegamenti.

Entro la fine del periodo considerato, potreste avere gli stessi collegamenti che i vostri competitors avevano all’inizio. Ma è altrettanto possibile, che i vostri concorrenti possano nel frattempo aver “collezionato” altri backlink importanti facendovi comunque rimanere in svantaggio.


Valutare la difficoltà non è solo pensare alle PA e ai collegamenti dei vostri competitors in un dato momento. Si tratta di valutare il loro trend di crescita e se possibile accumulare link più velocemente di loro.


Un ottimo modo per vedere quanto è attivo un sito con i suoi sforzi SEO è utilizzare la funzione “Just Discovered” di Moz.

Considerazioni finali sui 10 errori SEO

La pianificazione delle parole chiave è molto simile al gioco degli scacchi. Ci sono così tante opzioni disponibili, che è impossibile sapere con certezza se avete fatto la mossa giusta.

Tutto quello che potete fare è pensare in modo critico, fare costanti ricerche in merito alla vostra concorrenza, inquadrare bene i vostri obiettivi, e fare qualsiasi mossa pensate sia la cosa migliore.

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